Il Cisternone

Per chi viene a Seggiano la visita al Cisternone è una tappa obbligata per vedere l’ulivo aeroponico. Passa in secondo piano la bellezza del panorama, con una meravigliosa vista del Monte Amiata e il significato storico della cinta muraria medievale (non più esistente) sopra al Fossolungo.

Viene soprattutto poco considerata la singolare e robustissima tecnica costruttiva di questa cisterna che fino a cent’anni fa raccoglieva tutte le acque piovane di Seggiano e ne costituiva un prezioso accumulo.

Esternamente è realizzata in sasso matrollino, una pietra calcarea molto compatta e robusta che ne assicura tuttora una ottima stabilità; è la stessa roccia su cui si basano le fondazioni anche delle case di tutta Seggiano.

E’ anche una roccia molto impermeabile all’acqua, ma i costruttori non si sono fidati; per garantire la tenuta dell’acqua l’interno della cisterna è rivestito di speciali mattoni, molto compatti e centinati, cioè sagomati con i lati radiali convergenti nel centro della cisterna a formare un cerchio perfetto, in modo da usare pochissima malta, l’elemento teoricamente critico per la tenuta idraulica. Dall’interno della cisterna si evidenzia la precisione di posa in opera, straordinariamente uniforme in ogni zona.

Durante i recenti lavori per alloggiare l’ulivo si sono avute grosse difficoltà a realizzare le due aperture (sul fianco e in sommità) per la durezza e compattezza della pietra esterna, ma soprattutto dei mattoni e della malta; è questa la migliore dimostrazione della straordinaria tecnica costruttiva adottata.

Dalla rubrica “Seggiano Curiosa”

a cura della Fondazione Le Radici di Seggiano (visita il sito)