A pochi chilometri da Seggiano e dal castello di Potentino, sulle pendici occidentali di Poggio Ferro, si trovano i ruderi del convento francescano del Colombaio, documentato fin dal 1251, ma risalente ad un epoca ancora precedente e ritenuto uno dei luoghi di ritiro di San Francesco e dei suoi seguaci. Il Convento accolse personalità che onorarono l’Ordine francescano come i beati Filippino di Castiglia, Guido da Selvena, Giovanni Colombini, fondatore dei Gesuiti e Onofrio da Seggiano. All’inizio del Quattrocento, in seguito alla riforma francescana, il Colombaio passa all’Osservanza che proponeva un modello di vita più fedelmente ispirato alla Regola e al Testamento di S. Francesco e fu prescelto come località addetta ad accogliere i novizi. Ma la storia del Convento non è solo legata all’Osservanza, della quale rappresentò il secondo convento in Toscana dopo quello di Fiesole, ma al fatto che in questo luogo, a partire dal 1402, S. Bernardino da Siena fece il suo noviziato, celebrò la prima messa, e si esercitò nell’arte della predicazione rimanendovi nove anni. I seggianesi furono quindi i “primi a raccogliere i frutti della sua predicazione” e hanno sempre mantenuto una speciale devozione verso il Santo di cui custodiscono alcune reliquie nella Chiesa del Corpus domini, ricordandolo con una festa nell’anniversario della sua morte. Il convento venne abitato fino alla sua soppressione avvenuta nel 1764 mentre la chiesa continuò ad essere officiata fino al 1827 per poi essere definitivamente abbandonata.
Ciò che appare oggi ai nostri occhi di questo antico complesso sono dei ruderi che è difficile difendere dalla vegetazione. Con la caduta del campanile, avvenuta nel 1978, non resta in piedi nient’altro che parte delle muraglie e i contrafforti laterali che si affacciano su un oliveto.
Il cuore del complesso era presumibilmente costituito da un chiostro quadrato, circondato per tre lati (Sud Est, Nord Ovest, Sud Ovest) da un corridoio largo più di 2 metri con tetto spiovente verso l’interno, il cui punto centrale era la cisterna. Adiacente al chiostro e compresa fra i due corridoi che portavano all’orto, si estendeva un’area che poteva accogliere il refettorio, la cucina, il forno e nelle vicinanze la biblioteca.
A sud-ovest si trovavano l’ingresso principale del convento e quello della chiesa che si apriva sotto un portico o loggiato orizzontale affacciato sulla piazza e sull’area cimiteriale.