Passeggiando per la parte alta di Seggiano si comprende molto bene la configurazione medievale del paese.
Sono immaginabili le mura originarie, difese a nord dall’erta de “I Mori” e a sud dal “Fossolungo” (oggi via Diaz). Le porte, ad est (Del Mercato e degli Azzolini) sorvegliate dalla “Torretta” e ad Ovest (San Gervasio e Figlioldi, quest’ultima non più esistente) sono all’arrivo delle relative strade di accesso (La Rampa, San Rocco e Santa Caterina)
Le porte hanno una soluzione di architettura militare medievale molto particolare e comunque unica tra i paesi dell’Amiata: sono tutte al termine di una via in salita e in curva.
Il motivo sta nella naturale difesa conto gli assalti da truppe esterne che così non potevano usare l’ariete.
Analoga soluzione è realizzata all’ingresso del castello di Potentino.
A differenza dagli altri castelli medievali che si difendevano con fossati e ponti levatoi, la soluzione si è rivelata efficace anche dopo l’introduzione delle armi da fuoco. Le strutture frontali alle porte costituirono una buona difesa anche dalle palle di cannone.
Questa soluzione era possibile perché il trasporto delle merci, in un borgo così arroccato, avveniva con cavalli, muli o asini, o al massimo con piccoli carretti che potevano girare facilmente e percorrere anche le strette stradine del borgo medievale.
E così ha continuato per molti secoli.
Ho ancora il ricordo di bambino con gli asini carichi che salivano da “La Piana” per la scalinata che porta alla chiesa di San Bernardino.
In giro per Seggiano si può ancora immaginare la vita medievale, in un borgo certamente più animato di oggi, con artigiani, contadini e soldati, con le massaie ciaccolone e i marmocchi chiassosi.
Dalla rubrica “Seggiano Curiosa”
a cura della Fondazione Le Radici di Seggiano (visita il sito)